Antefatto: con i compagni di asilo il Nano si è tirato addosso la terra del giardino scolastico.
La sera lo vado a prendere e lo ritrovo con un occhio gonfio e arrossato.
Alla richiesta di spiegazioni, emerge il fattaccio. Le maestre gli hanno lavato a lungo la faccia, ma qualcosa gli ha irritato un occhio.
- "Amore, ma perché se ti dava ancora fastidio l'occhio non sei andato dalla maestra a chiederle di sciacquarti ancora?"
- "Mamma, volevo risolvermi la questione da solo"
#5anniepensarediaverne20 #fasotutomi
lunedì 14 ottobre 2019
giovedì 10 ottobre 2019
Napoli cosa fare e mangiare in breve
COSA VEDERE
- Maschio angioino
- Galleria Umberto I
- Teatro san Carlo
- Piazza del Plebiscito con il Palazzo Reale e la Basilica reale pontificia San Francesco di Paola
- Via Toledo
- quartieri spagnoli
- Pignasecca Market
- Vomero
- Castel S. Elmo
- fermate della metropolitana
- Napoli sotterranea
- Castel dell'Ovo
DOVE MANGIARE
- Pasta e pesce alla Pescheria Azzurra del Pignasecca Market
- Pizza da Sorbillo e Di Matteo, entrambe su via dei Tribunali
- Cucina tipica alla trattoria La campagnola, in via dei Tribunali
- Dolci da Cuori di sfogliatella di via Toledo
- Caffè al Gambrinus e allo Scaturchio, quest'ultimo in Piazza san Domenico Maggiore o presso il teatro San Carlo
Maggiori dettagli e link dei post precedenti.
- Maschio angioino
- Galleria Umberto I
- Teatro san Carlo
- Piazza del Plebiscito con il Palazzo Reale e la Basilica reale pontificia San Francesco di Paola
- Via Toledo
- quartieri spagnoli
- Pignasecca Market
- Vomero
- Castel S. Elmo
- fermate della metropolitana
- Napoli sotterranea
- Castel dell'Ovo
DOVE MANGIARE
- Pasta e pesce alla Pescheria Azzurra del Pignasecca Market
- Pizza da Sorbillo e Di Matteo, entrambe su via dei Tribunali
- Cucina tipica alla trattoria La campagnola, in via dei Tribunali
- Dolci da Cuori di sfogliatella di via Toledo
- Caffè al Gambrinus e allo Scaturchio, quest'ultimo in Piazza san Domenico Maggiore o presso il teatro San Carlo
Maggiori dettagli e link dei post precedenti.
mercoledì 9 ottobre 2019
Napoli secondo giorno
Il
nostro secondo giorno nella capitale partenopea è cominciato con un giro nella Napoli sotterranea, un'ora e mezza di
spiegazioni sotto ma anche sopra il manto stradale che ci ha lasciate a bocca
aperta: cunicoli e gallerie che risalgono all'epoca greco-romana, una piccola
dimostrazione di quello che è stato un acquedotto estesissimo che ha alimentato
una città popolosa per centinaia di anni, un esperimento di giardino
sotterraneo, una passeggiata in un cunicolo lungo 150 m, largo per un bel
tratto meno di 50 cm alla luce di una misera candela elettrica e, come se non
bastasse, addirittura un teatro greco sotto le fondamenta delle case. La
sopresa finale è davvero sensazionale, e non la voglio rovinare, ma consiglio
caldamente un giro. Siamo anche state fortunate con la guida: molto preparata e
appassionata.
Al
termine del giro siamo andate a mangiare una pizza fritta (e un arancino, un
crocché, una frittatina di pasta e un altro involtino fritto, a dirla tutta) da
Di Matteo, pizzeria consigliataci da più locali e con la solita coda
interminabile fuori. Abbiamo quindi preso tutto da asporto con tempi
decisamente ridotti rispetto al sedersi a tavola e ci siamo accomodate su una
pachina lì vicino.
Tutto
buono, ma non ripeterei l'esperienza di un pranzo così impegnativo tutti i
giorni.
Alle
prese con una digestione alquanto difficile, abbiamo girato per via san
Gregorio Armeno, la via dei presepi subito accanto, in questo periodo dell'anno
decisamente godibile senza sovraffollamento.
Alla
ricerca di un bar siamo approdate all'Opera Cafè Scaturchio, dentro il teatro San Carlo, la cui specialità
sono i ministeriali, cioccolatini ripieni di mousse di cioccolato con il
liquore. Una vera bomba. D'altronde ci eravamo tenute leggere a pranzo e quindi
abbiamo potuto assaggiarli senza rimpianti.
Bevendo
dentro il foyer ridotto del teatro, ci è venuta la curiosità di visitarlo e con
gran fortuna abbiamo preso l'ultima visita guidata in italiano della giornata
(prezzo per adulto 9 €). Che dire: scelta azzeccatissima, in quanto il teatro è
una vera opera d'arte costruita nel 1737 da re Carlo III di Borbone per mano dell'architetto
Giovanni Antonio Medrano e di Angelo Carasale in soli 8 mesi di lavoro e
la guida che ci ha fatto fare il tour è stata quanto mai effervescente pur
essendo molto professionale.
Naturalmente,
prima della visita abbiamo trovato il tempo per un ennesimo caffè al vicino Caffè Gambrinus, dove abbiamo
assaggiato il famoso caffè alla nocciola e un caffè con cioccolata e panna,
tanto per mantenere le calorie ad un livello accettabile.
Dopo
la visita al teatro ci siamo dirette sul lungomare fino al Castel dell'Ovo, da
cui di gode di un bel panorama, specialmente al crepuscolo.
Naturalmente
il viaggio non poteva finire senza una bella mangiata in una trattoria tipica.
Siamo andate, dietro consiglio naturalmente, alla Trattoria La campagnola di via Dei Tribunali, ottimo posto senza troppe pretese, dai gusti veraci e dalle porzioni abbondanti.
Senza paragoni le polpette di carne con uvetta e pinoli. Ottimo anche il vino: abbiamo provato l'Aglianico, un rosso locale, molto buono e all'incredibile prezzo di 8 € la bottiglia!
In conclusione, Napoli ci è piaciuta "assai" e abbiamo messo in programma, per il futuro, un nuovo giro che includa Pompei il Cristo Velato, che non siamo riusciti a inserire nella gita appena conclusa.
Siamo andate, dietro consiglio naturalmente, alla Trattoria La campagnola di via Dei Tribunali, ottimo posto senza troppe pretese, dai gusti veraci e dalle porzioni abbondanti.
Senza paragoni le polpette di carne con uvetta e pinoli. Ottimo anche il vino: abbiamo provato l'Aglianico, un rosso locale, molto buono e all'incredibile prezzo di 8 € la bottiglia!
domenica 6 ottobre 2019
Vedi Napoli e poi muori (speriamo non subito)
Con l'amica delle vacanze pazze, questa volta siamo venute a Napoli, il paese del sole. Infatti stamattina pioveva a dirotto.
Ma noi non ci siamo perse d'animo e siamo uscite comunque, bardate di poncho e stivaloni. A onor del vero, quando siamo uscite ha smesso di piovere, quindi alla fine abbiamo girato tutto il giorno con inutili stivali ai piedi e i ponci nelle borse, che pesavano come macigni.
Siamo partite gambe in spalla per aderire al "Free walking tour", il cui punto d'incontro era al Castello nuovo, meglio conosciuto come Maschio angioino.
Breve descrizione storica e proseguimento verso la galleria Umberto I, per cinquant'anni regno degli Sciuscià, i lustrascarpe resi famosi dal film di Vittorio De Sica.
Breve sosta al San Carlo, il più antico teatro chiuso per l'opera d'Europa ancora attivo.
Visita a piazza del Plebiscito con il Palazzo Reale e la basilica reale pontificia di San Francesco di Paola, che ricorda il Vaticano.
Proseguimento per via Toledo, la via dello shopping, e i quartieri spagnoli (dove abbiamo preso un ottimo caffè di strada con babbà), per terminare al Pignasecca Market.
Il giro in sé è stato interessante e sufficientemente ben spiegato (purtroppo in lingua a scelta tra inglese e spagnolo, in italiano solo sotto Natale e in alcuni altri periodi di particolare affluenza), mi è piaciuto meno che la guida si sia fermata in un paio di punti per consigliare acquisti e sponsorizzare venditori locali.
Al Pignasecca Market, distratte da profumi di fritto e pummarola, abbiamo perso il gruppo, e ci siamo fermate ad assaggiare il cuoppo di pesce, tipico street food locale. Ottimo. Da provare.
Ci siamo quindi sedute ai tavolini dello stesso locale (Pescheria Azzurra), che vende anche pesce, e abbiamo mangiato polipetto in rosso con capperi e olive e polpetta di merluzzo con pinoli e uva passa. Tutto ottimo, anche i senesi vicini di tavolino, con i quali ci siamo intrattenuti piacevolmente, quasi obbligati dalla vicinanza dei tavoli.
Passeggiata su via Toledo verso la funicolare per salire al Vomero (salita 1.10 €) , da cui si gode di ottima vista sul Vesuvio, e visita a Castel sant 'Elmo (5€ gli adulti), visita non guidata nella fortezza, che merita per l'incredibile paesaggio sul mare e sul Vesuvio.
Siamo scese dal Vomero con la metropolitana per ammirare le fermate, alcune delle quali, dicono, sono le più belle d'Europa.
Noi abbiamo visto (linea 1): Vanvitelli, con l'installazione di neon blu a spirale, Dante, Materdei, dove c'è un enorme e colorato mosaico, Università, con luci e colori psichedelici e Garibaldi.
Tappa forzata da "Cuori di sfogliatella" in via Toledo, dove abbiamo assaggiato, per non fare torti, una sfogliatella riccia e una di frolla, nonché quella speciale cannella e mela e quella speciale al caffè. Io ho preferito quella classica di frolla, la mia compagna di abbuffate quella al limoncello riccia. Tutte da provare, comunque.
Altro giro ai quartieri spagnoli per respirare meglio l'atmosfera caotica e colorata della città e quindi mega coda da Sorbillo, per assaggiare la migliore pizza della città.
La pizza ottima, niente da dire, ma la lunga coda ci è un po' pesata e, visto che siamo nella città della pizza, credo che ne proveremo altre, per non ripetere l'esperienza seccante della ressa, dei piedi pestati in continuazione, delle gomitate e dei clacson di chi passa comunque con l'auto in una via larga forse tre metri piena di gente che attende di mangiare.
Ma noi non ci siamo perse d'animo e siamo uscite comunque, bardate di poncho e stivaloni. A onor del vero, quando siamo uscite ha smesso di piovere, quindi alla fine abbiamo girato tutto il giorno con inutili stivali ai piedi e i ponci nelle borse, che pesavano come macigni.
Siamo partite gambe in spalla per aderire al "Free walking tour", il cui punto d'incontro era al Castello nuovo, meglio conosciuto come Maschio angioino.
Breve descrizione storica e proseguimento verso la galleria Umberto I, per cinquant'anni regno degli Sciuscià, i lustrascarpe resi famosi dal film di Vittorio De Sica.
Breve sosta al San Carlo, il più antico teatro chiuso per l'opera d'Europa ancora attivo.
Visita a piazza del Plebiscito con il Palazzo Reale e la basilica reale pontificia di San Francesco di Paola, che ricorda il Vaticano.
Proseguimento per via Toledo, la via dello shopping, e i quartieri spagnoli (dove abbiamo preso un ottimo caffè di strada con babbà), per terminare al Pignasecca Market.
Il giro in sé è stato interessante e sufficientemente ben spiegato (purtroppo in lingua a scelta tra inglese e spagnolo, in italiano solo sotto Natale e in alcuni altri periodi di particolare affluenza), mi è piaciuto meno che la guida si sia fermata in un paio di punti per consigliare acquisti e sponsorizzare venditori locali.
Al Pignasecca Market, distratte da profumi di fritto e pummarola, abbiamo perso il gruppo, e ci siamo fermate ad assaggiare il cuoppo di pesce, tipico street food locale. Ottimo. Da provare.
Ci siamo quindi sedute ai tavolini dello stesso locale (Pescheria Azzurra), che vende anche pesce, e abbiamo mangiato polipetto in rosso con capperi e olive e polpetta di merluzzo con pinoli e uva passa. Tutto ottimo, anche i senesi vicini di tavolino, con i quali ci siamo intrattenuti piacevolmente, quasi obbligati dalla vicinanza dei tavoli.
Passeggiata su via Toledo verso la funicolare per salire al Vomero (salita 1.10 €) , da cui si gode di ottima vista sul Vesuvio, e visita a Castel sant 'Elmo (5€ gli adulti), visita non guidata nella fortezza, che merita per l'incredibile paesaggio sul mare e sul Vesuvio.
Siamo scese dal Vomero con la metropolitana per ammirare le fermate, alcune delle quali, dicono, sono le più belle d'Europa.
Noi abbiamo visto (linea 1): Vanvitelli, con l'installazione di neon blu a spirale, Dante, Materdei, dove c'è un enorme e colorato mosaico, Università, con luci e colori psichedelici e Garibaldi.
Tappa forzata da "Cuori di sfogliatella" in via Toledo, dove abbiamo assaggiato, per non fare torti, una sfogliatella riccia e una di frolla, nonché quella speciale cannella e mela e quella speciale al caffè. Io ho preferito quella classica di frolla, la mia compagna di abbuffate quella al limoncello riccia. Tutte da provare, comunque.
Altro giro ai quartieri spagnoli per respirare meglio l'atmosfera caotica e colorata della città e quindi mega coda da Sorbillo, per assaggiare la migliore pizza della città.
La pizza ottima, niente da dire, ma la lunga coda ci è un po' pesata e, visto che siamo nella città della pizza, credo che ne proveremo altre, per non ripetere l'esperienza seccante della ressa, dei piedi pestati in continuazione, delle gomitate e dei clacson di chi passa comunque con l'auto in una via larga forse tre metri piena di gente che attende di mangiare.
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