È proprio vero che nella vecchiaia si torna bambini e la nostra vera natura fa capolino.
Ieri siamo andati a trovare il nonno paterno che ormai è allettato da qualche mese, purtroppo.
Appena arrivati, i bambini corrono a salutarlo, mentre io mi fermo a fare due parole con la suocera. Quando vado a salutarlo anche io, mi chiede subito (in piemontese, sua parlata di elezione) con sguardo tra il triste e il supplichevole: <<Andate già via?>>, ma io lo rassicuro sul fatto che ci saremmo fermati tutto il pomeriggio da loro a fare i compiti.
Lo spostiamo con il sollevatore dal letto alla carrozzina e, facendo questa operazione, noto del timore sul viso muto e gli chiedo: <<Piero, sei preoccupato?>>, <<Insomma>> mi risponde un po' sul chi va là; mia suocera cerca di tranquillizzarlo ma proprio in quel momento nel girarlo maldestramente gli diamo una botta sulla testa. E lui: <<Ahia! Che lordone sulle orecchie! Meno male che dovevo stare tranquillo!>>. E giù tutti quanti, bambini compresi, a ridere per la battuta. Nonostante le difficoltà, lo spirito non gli manca.
Lo portiamo quindi in cucina, dove assiste al rituale dei compiti del weekend, fatto di sgridate, mancanza di voglia, sbuffi, lài e piagnistei.
Il Marito arriva bello bello da assistere all'immancabile partita del Toro e, all' ennesima sgridata mia ai figli, gli chiede se vuole studiare anche lui il francese con me, ridendo sotto i baffi. E lui:<<No, no! È troppo severa come maestra!>>.
Alla fine giunge l'ora di andare, lo salutiamo e il solito Vittorio: <<Nonno, la prossima volta veniamo a trovarti senza mamma che è cattiva>>, ma mio suocero: <<No, dai, mi fa piacere se venite tutti>>.
Mio suocero non mi ha mai dimostrato il suo affetto negli anni, ma ora che si è liberato, più o meno consapevolmente, di alcune riserve, mostra una dolcezza e una morbidezza d'animo, una qualche forma di emotività ricca e delicata allo stesso tempo, che riconosco anche in Vittorio.
Alcune persone invecchiando si incattiviscono, invece lui è tornato ad essere il buono che immagino sia sempre stato, sotto una scorza di durezza che a volte la vita fa crescere.