martedì 19 settembre 2017

Benvenuto nelle Coralline!

Oggi il Pulcino ha iniziato la materna. L'ho accompagnato a scuola con i suoi jeans e il suo maglioncino blu da cui spuntava, timido, il colletto bianco della camicia: il primo giorno di scuola va celebrato anche con un po' di eleganza! Il Nano è entrato trullo trullo e sorridente, riconoscendo la scuola in cui è transitato per due anni accompagnando la sorella prima di andare al nido. Quando abbiamo svoltato in un corridoio sconosciuto, però, ha avuto qualche tentennamento e alla vista delle nuove maestre mi ha guardata perso. Il mio cuore ha avuto un cedimento, così mi sono seduta accanto a lui a fare le costruzioni, sotto lo sguardo severo della maestra. Il Nano mi teneva vicina, guardandosi intorno un po' intimorito. Dopo un quarto d'ora è arrivato il momento della merenda coi biscotti, e lì ho visto un'ombra di speranza accendersi sul suo viso: non tutto è nuovo in questa scuola! Le maestre mi hanno fatto poi cenno di andare, così ho lasciato il Pulcino in balia dei suoi timori e delle sue timidezze, andando in ufficio con un groppo al cuore. Quando il nonno è andato a riprenderlo, dopo un paio d'ore, sembra lo abbia trovato sereno. A volte mi pare che siano più le mamme ad aver bisogno di assistenza, nei primi giorni di scuola.

venerdì 15 settembre 2017

Rosaciocking

Il primo istinto di Serena era stato quello di darsi alla fuga e andare a bere una bella cioccolata al solito caffè di piazza Vittorio, guardando le macchine sfilare a ritmo lento nella via e assaporando l’aroma intenso della bevanda. Poi aveva pensato: “Ma perché sempre la cioccolata quando a Torino la bevanda tipica è il bicerin?!” Qualcosa dentro di lei era cambiato. Aveva deciso che nessuno l’avrebbe fatta più sentire la co-protagonista di una storia d’amore e nessuno avrebbe più influenzato le sue scelte. Aveva guardato Debora dritto negli occhi, le aveva rivolto un sorriso che era più un ghigno ed era andata con passo marziale a presentarsi: - Ciao. Io sono Serena, quella che ti ha preceduta al fianco di Massimo. Bum. Una bomba all’improvviso. La ragazza-cioccolato si era trasformata in ragazza-peperoncino. Debora era rimasta a bocca aperta e per lo stupore aveva traballato un attimo sui tacchi a spillo delle scarpe maculate. “Nemmeno il buon gusto di abbinare vestiti ed accessori”, aveva pensato Serena subito dopo, e con questo aveva definitivamente liquidato la questione Debora, che peraltro non era riuscita a spiaccicare una sillaba. Ora non rimaneva che lasciarsi andare al cioccolato, tema del corso e in qualche modo fulcro della vita di Serena. Ma l’insegnante si faceva aspettare. “Come minimo ci sarà suor Germana a tenere questo corso”, pensava tra l’ironico e il sarcastico Serena, quando ecco l’insegnante apparire in una nuvola di cacao quasi palpabile. Aveva un grembiule rosso con tante olandesine disegnate sopra, un improbabile cappello da cuoco messo di sghimbescio e riccioli ribelli che scappavano da tutte le parti. E non era suor Germana. “Accidenti! A parte i baffi non le assomiglia per niente”, aveva pensato Serena. Finalmente la sua verve era tornata a farsi sentire. Se Maddy avesse ascoltato i suoi pensieri avrebbe subito capito che Serena ormai lo era non solo di nome, ma anche di fatto. Forse l’intermezzo con Enrico era servito a farle dare un definitivo colpo di spugna al passato o forse quel corso era proprio quello che ci voleva. Comunque Serena da quel momento non ebbe più tempo di pensare, perché Giulio, questo il nome del pasticcere, aveva subito iniziato a nominare tutti gli strumenti del mestiere che avrebbero utilizzato in quella prima lezione, dedicata alla preparazione di un’autentica cioccolata calda. Gli allievi avrebbero dovuto seguire a puntino le istruzioni, poi ognuno avrebbe assaggiato la cioccolata degli altri e dato un voto a ciascuna, fino a decretare il vincitore. Così tutti si misero all’opera. Nel giro di un’ora Serena aveva i baffi di cioccolata più grandi della sua vita, una macchia procurata chissà come sulla punta della scarpa destra, le unghie nere di polvere di cacao e un sorriso a trentadue denti di cui un buon numero sporchi di cacao. Il sorriso era dovuto non solo dalla quantità di bevanda bevuta, ma anche dalle attenzioni che Giulio sembrava prestarle. Serena era sfavillante. Una battuta dietro l’altra, una risata argentina che le sgorgava direttamente dal cuore come non le succedeva da anni, una voglia di divertirsi ritrovata. E alla fine della lezione via a casa a scrivere a Maddy, un giro di valzer sul tappeto persiano con l’Incredibile tra le braccia e lo schermo del computer che si accendeva: Maddy, finalmente ho cominciato il corso. Non ci crederai: Debora (sì, Debora di Massimo!) segue le lezioni con me. Ma la sorpresa non è questa. La vera sorpresa è che sono riuscita a dirle chi sono io e soprattutto sono riuscita a ignorarla per tutta la sera. Bè… quasi. Tranne quando ho messo un po’ di sale nella sua tazza di cioccolata. ; - ))) Dai, lo so che non ho più quindici anni, però qualche piccola soddisfazione posso ancora togliermela, no? E poi la fortuna sembra girare dalla mia. L’insegnante è un uomo che nemmeno tu potresti disapprovare: spiritoso, carino (riccio e moro come piace a me, ma con gli occhi blu come piace a te), culturalmente stimolante (mentre preparavo la mia cioccolata ho buttato qua e là alcune citazioni che lui ha raccolto) e stranamente libero. Bè, diciamo che non ha la fede. Potrebbe essere un inizio. Insomma, in occasione di CioccolaTò devi assolutamente venirmi a trovare. Io nel frattempo cerco una scusa per fartelo conoscere. Ti abbraccio forte, Serena Cnajkfv L’Incredibile le era saltato in grembo reclamando la sua attenzione e facendola sobbalzare di spavento. Ma per stasera aveva finito. Chissà cosa le avrebbe riservato il domani.

giovedì 14 settembre 2017

Riportare un lenzuolo di proprietà del nido dimenticato in un armadio dallo scorso anno e provare un nodo in gola e un senso di nostalgia per qualcosa che è definitivamente passato e non tornerà più...

mercoledì 13 settembre 2017

Il piccolo di casa non si è smentito nemmeno il primo giorno di scuola della Pulcina: entrando in classe con noi che la abbiamo accompagnata si è aggrappato alle gambe del Marito esclamando: "Ma non lacciate qui anche me, eh?"

Si diventa grandi!

Abbiamo iniziato. La cartella più grande di noi, i codini di rito, la gonna di tulle, le lacrime in tasca di mamma, il cuore gonfio di emozioni, le maestre nuove. E Giorgia che chiede (un po' preoccupata) prima di dormire: "Mamma, ma come mi insegnano a leggere?". E le rassicurazioni di mamma, preoccupata più di Giorgia. Un altro passo verso l'indipendenza é compiuto. Tra qualche anno saprò fare senza di lei.

domenica 10 settembre 2017

Nuovi inizi

E così anche il City camp é finito. Venerdì sera abbiamo assistito alla recita di fine corso, in cui la Pulcina, per dirla con le sue parole, faceva il "Settenano", Mammolo, quello timido. Molto appropriato. Ha recitato la sua breve parte con una vocina sottilissima, in preda all'emozione. Nonostante il microfono, non si è sentito nulla. E però ha fatto la sua parte. Coraggiosamente, é salita sul palco con gli altri nanetti. Coraggiosamente ha sfilato, cantato e ballato. Coraggiosamente, ha recitato la sua frase "My name is Giorgia. I am Bushful" (che nella sua versione dei fatti é diventato Baseball 😂). La voce le é un po' mancata (come avrei voluto gridare io per lei!) ma non si è tirata indietro. E anche questa è una prova, una dimostrazione di crescita. L'esperienza, dopo parecchi tentennamenti iniziali ("Ma qui parlano tutti inglese?"), le é piaciuta ("L'anno prossimo possiamo rifarlo?"), anche se mi ha confessato che il momento preferito era l'intervallo. E così anche il City camp é finito. L'estate scivola via insieme agli ultimi raggi caldi e domani le elementari cominciano. Gulp.

martedì 5 settembre 2017

Dance night

Quest'anno abbiamo iscritto la Pulcina al City Camp inglese che si tiene nel paesino vicino al nostro. Molto ben organizzato, con ragazzi madrelingua desiderosi di divertirsi e far divertire i bambini. Con molte iniziative volte ad avvicinare i bambini alla lingua senza farlo diventare un dovere. Questa sera, per esempio, l'organizzatrice ha preparato una dance night a tema "Notte degli Oscar", in cui i bambini potevano vestirsi eleganti o come i loro personaggi preferiti dei film. La Pulcina ha scelto le Winx. Ci siamo date da fare e...

Meno male!