giovedì 6 agosto 2020

Augh

Il nostro weekend indiano è partito dall'idea di un'amica, che puntava il campeggio Lou Dahu in Val Maira da un paio di anni.
Quest'anno, complice il Covid, siamo riusciti a trovare posto per dormire nei teepee in ben 4 famiglie.
Con un po' di titubanza dato il mio scarso amore per il campeggio e dopo varie telefonate rassicuratorie (?) ai titolari del Lou Dahu mi sono convinta a prenotare.



Non posso dire che sia andata male. Non del tutto, almeno.
Il posto è molto bello, verdeggiante, fresco, pulito e in un'ottima posizione. I bambini si sono trovati a vivere questa esperienza particolare con gli amici ed erano entusiasti della notte indiana. Per gli adulti, un altro paio di maniche. 
Vado a spiegare.
1 - PASTI.
Scegliamo, causa forza maggiore (griglie dell'accampamento già prenotate e ristoranti della zona pieni) di mangiare al ristorante del campeggio: la qualità del cibo è accettabile, il servizio decisamente meno. 
Dal momento che abbiamo avuto la fortuna di soggiornare in quello che è stato probabilmente il weekend più caldo dell'estate, possiamo cenare fuori (altrimenti impossibile, troppo freddo). Ci sediamo a tavola -in tavoli rigorosamente separati- alle 19.45, qualche problema già nelle ordinazioni (tagliere nel menu del giorno non disponibile) ma soprattutto nei tempi, mostruosamente lunghi. Il primo a ricevere qualcosa di edibile è il tavolo dei mariti: dopo circa un'ora di attesa arrivano le agognate polente e i mariti si rifocillano. Le mogli ricevono due antipasti striminziti da condividere e poi il nulla. Verso le 21.30, dietro proteste di un marito, vengono a informarsi circa la nostra situazione: la cuoca, tedesca, scopre di aver dimenticato il tavolo dei bambini e ci comunica che le polente ordinate un'ora e mezza prima non sono disponibili nella quantità ordinata. Dopo svariati conteggi, scopriamo che manca una porzione. Diciamo che non importa, che ci divideremo le tre porzioni di polenta con salsiccia tra noi quattro mogli e le faremo bastare, basta che le portino in tempi umani. Dopo un quarto d'ora arrivano finalmente i piatti dei bambini, bambni ormai dispersi nei meandri del campeggio e difficili da trovare a causa del buio. Ci vorrebbe un cane da pastore per radunarli, ma alla fine si presentano tutti, richiamati più che altro dai morsi della fame. Passa un altro quarto d'ora e arrivano le nostre polente con salsiccia. Oddio, le polente ci sono, sulla salsiccia ho dei dubbi. Anche con le torce dei cellulari accese abbiamo faticato a trovarla.
Al momento del pagamento, però, ci scontano i pasti dei bambini per farsi perdonare. Gesto apprezzato da tutti.
La colazione non va molto meglio: avevamo dato come orario indicativo, tra le due opzioni proposte, le 9. In effetti ci presentiamo con largo anticipo, ma a nostra discolpa dico che il ristorante era abbastanza vuoto e che avevamo passato una notte orribile (capitolo a parte, vedere dopo). 
Quando arriviamo noi quattro, i proprietari protestano per l'anticipo ma credendoci poco, infatti ci  sediamo quasi subito e la tedesca della sera prima prende le ordinazioni. Solito problema con le ordinazioni: stavolta incompresioni linguistiche che ci hanno fatto avere un caffè con cacao per la cucciola anziché il latte con cacao richiesto, caffè poi sostituito a onor del vero. Il peggio però si è toccato con l'arrivo delle altre tre famiglie, contro le quali la tedesca protesta con veemenza per l'anticipo. Alla fine si accomodano (al freddo perché dentro è pieno) tutti quanti e dopo altre incompresioni sulle ordinazioni finalmente arriva la colazione.
Per farla breve: ristorante del campeggio bocciato.
2 - ALLOGGIO
Posto che la tenda è molto carina, abbastanza spaziosa all'interno e il villaggio Tatanka ha in effetti un suo fascino, trovo caro spendere 70 € in quattro per dormire su una brandina di legno con un materassino da palestra e doversi portare cuscino, sacco a pelo o coperte e materasso per poter posare le ossa su qualcosa di morbido.
E poi. Io non amo gli insetti, i ragni in particolare. Avevo dei dubbi sulla ermeticità della tenda ma i proprietari mi hanno rassicurata telefonicamente. Infatti quando sono entrata nella tenda dopo la già disastrosa cena trovo: lumaconi, forbici in abbondanza e ragni. 
Per fortuna, l'amica che ha ideato il weekend mi aveva prestato la sua tenda campeggio, che monto prontamente all'interno del teepee alle 11 di sera per poter almeno pensare di riposare un po'. Naturalmente a quel punto le brandine sono inaccessibili e devo mettere il materassino Ikea che mi ero portata dietro direttamente sul fondo della tenda da campeggio, posata su comoda ghiaia. Non dico di volere i 20 materassi della principessa sul pisello ma insomma la ghiaia nel costato non è il massimo per riposare. I bambini si catapultano nella tendina con me e il Marito rimane solo a superare la notte in compagnia degli insetti.
Direi che però l'aspetto peggiore è il freddo: a 1300 metri, di notte, si fa pungente e l'apertura in cima al teepee non aiuta a mantere il calore al suo interno. Come facessero gli indiani non so dire. In aggiunta, il ragazzo polacco addetto alla parziale chiusura del foro superiore si distrae giusto prima della chiusura della nostra tenda perché gli amici hanno la pessima idea di offrirgli una birra, così il nostro teepee rimane bello aperto e il freddo si insinua con maggior vigore. 
Il Marito, noto per la sua capacità di adattamento, dopo una nottata a rigirarsi nel sacco a pelo avvolto da un grosso pile, alle 6 cede e va a leggere davanti al ristorante, sperando vanamente in una apertura anticipata dello stesso per potersi scaldare un po'. Per fortuna aveva portato un testo sulle donne nel West, così si è rincuorato sulla durezza della vita e ha visto con meno severità la notte appena trascorsa.


Insomma, l'esperienza al campeggio Lou Dahu è anche consigliata alle famiglie con bambini per l'originalità dell'idea, ma attrezzandosi adeguatamente e avendo l'accortezza di prenotare la griglia del campeggio (per chi sa accendersi il fuoco) per godere appieno dell'esperienza.



lunedì 3 agosto 2020

Amore di papà

- "Mamma, in che punto è della classifica il Toro?"
- "Non so, amore, il calcio non mi interessa"
- "Nemmeno a me, ma voglio che papà sia felice e così mi informo"