sabato 29 dicembre 2012

Da pulce a jena in 24 ore

La Pulce, come un licantropo durante il plenilunio, da quando sono cominciate queste vacanze natalizie si e' trasformata. Non e' più la dolce Pulcina desiderosa di coccole, ma una piccola iena urlante che si lancia a testa prima dagli scivoli dei parco giochi, recente scoperta. Meno male che ci eravamo riproposti di riposare molto durante queste festività... La iena non ci da' tregua. Se non sta correndo per casa cerca di mettere le dita nella presa, altrimenti si sfila i calzini oppure mi ruba le ciabatte e le lancia in giro, tanto per dirne qualcuna. Ma la lista non e' certo esaurita. Io si, invece. Non l'avrei mai creduto possibile, ma bramo la comoda sedia girevole dell' ufficio nemmeno fossi un parlamentare alla terza legislatura. Vado, la iena sta battendo ossessivamente una scatola sul pavimento, invece di riposare.

sabato 15 dicembre 2012

Cats

I can't wait to see a musical with my daughter. I still remember my first operetta with my mom when I was 6 years old. I remember the songs, the feeling to be in a big, dark room with actors and singers on the stage for me... Hope the little chick will be old enough next year for such an experience!

venerdì 7 dicembre 2012

Sorprese

Arrivare a casa e scoprire che tua figlia ha imparato a fare il verso del maiale... Non ha prezzo!! Per tutto il resto c'è il portafoglio del marito ;)

mercoledì 5 dicembre 2012

Progressi (?)

Progressi positivi e "negativi" vanno di pari passo: la pulcina ha imparato a mettersi il bavaglino con l'elastico da sola, ma anche le dita nel naso.

giovedì 22 novembre 2012

mercoledì 21 novembre 2012

Letture impegnate

Finalmente la pulce comincia ad essere interessata alle storie raccontate dai libri, non solo più a sfogliarli grossolanamente o a lanciarli a destra e a sinistra. Il passaggio dal maneggio di libri alla lettura è stato rapissimo: un giorno, all'improvviso, ha preso un libro, me lo ha portato e mi si è accomodata in braccio per farsi leggere il testo. Tutto qui. La cosa che più mi intenerisce è che mi porge il libro e poi mi si accoccola sulle gambe facendo marcia indietro. Dopodiché mi dà in gestione il prezioso "giocattolo" e aspetta pazientemente che io legga, salvo soffermarsi sulle pagine favorite (quelle dove ci sono tanti animali) e indicare ogni singolo animale acciocché io le faccia il relativo verso, o lo nomini in multilingue. Non nascondo che questo interesse per la lettura mi rende orgogliosa e che la noia di rileggere cento volte lo stesso, semplicissimo, testo è di gran lunga superata dal piacere di farlo per lei. A questo punto non vedo l'ora di poter passare a testi un po' più complessi, o di vedere insieme i cartoni animati, andare a comprare un paio di sandali a stiletto... ma forse sto correndo troppo. Per ora mi godo "A ognuno il suo sedere" e "Caccanimali" (con relativo scroscio finale e gesti rituali che ormai la pulce ha imparato a fare insieme a me, tipo portarsi le ditine al naso al mio grido di "Che puzza, che puzza!" o le manine sugli occhi al "Oh, nooo!") e attendo serena i prossimi passi.

martedì 20 novembre 2012

Virus letale

Ma i virus che circolano per i nidi hanno il patentino contro le difese immunitarie? La pulce la scorsa settimana si è presa l'ennesimo (da quando ha iniziato scuola) raffreddore, che in capo a pochi giorni è degenerato malamente, lasciandola inappetente, malmostosa ed estremamente catarrosa. Causa forza maggiore, noi genitori inesperti l'abbiamo mandata al nido fino all'ultimo, fino a quando venerdì sono dovuta andare a prenderla alle 13 perché era in uno stato a dir poco pietoso. Il catarro le usciva persino dagli occhi, e non in senso figurato, ahimè. Ennesima visita dalla già citata Santa Morello e, doppio ahimè, antibiotico. La pulce in capo a un paio di giorni ha cominciato a star meglio e a mangiare di nuovo, senonchè i maledetti virus hanno trasmigrato prima verso la mia persona, subito dopo verso il Babbo, a seguire verso i Nonni che per farci sopravvivere hanno tenuto in carico la pulce un giorno e mezzo. Morale della favola: antibiotico e anti tosse pure per la sottoscritta, che vantava il primato di scampato pericolo influenza da circa 10 anni.

Trucco e parrucco

Stasera ho tagliato per la prima volta i capelli a mia figlia, impresa non semplice dato il moto perpetuo del suo corpicino. Terremo una ciocca con religioso rispetto per quando sarà grande, così poi potrà buttarla via in maniera consapevole.

martedì 13 novembre 2012

Retorica

La pulcina sta diventando chiacchierina... sono due giorni che (quando non tossisce) ripete "Pi, pii", chissà cosa vuole dire!

lunedì 12 novembre 2012

Una pulcina sabauda

E così in accordo con il tempo uggioso ieri sera abbiamo deciso di mangiare la bagna caoda. Per la pulcina, reduce da un pessimo virus intestinale che l'ha prostrata parecchio, il menu prevedeva minestra di verdura con pastina e carne in bianco. Senonché, quando ha visto quegli strani e per lei nuovi recipienti atti a tenere la salsa, la pulcis ha cominciato ad agitarsi sul seggiolone: prima ha voluto assaggiare la verdura cruda che noi pucciavamo nella salsa, poi, dopo aver studiato un po' la situazione, ha indicato con il ditino il pavimento, si è fatta mettere a terra, ha fatto il giro per venire in braccio alla sottoscritta e si è fatta prendere. Quindi ha voluto ancora verdura. E fin qui, ok. Poi il fumetto che si leggeva chiaramente sulla sua testa diceva così: "Ma come, tu bagni la verdura lì dentro e a me la dai senza niente? Devo provare!" Così, insisti e insisti, la pulcis è riuscita a mettere la sua foglia di cavolo nel mio fojot, ha assaggiato la bagna caoda, incredibilmente le è piaciuta e ha continuato allegramente a prenderne, evitando con una certa accuratezza di mangiare la verdura ma sorbendosi di gusto la salsa. Ma poi, ancora una volta, la piccola di casa mi ha stupita per la sua astuzia: quando la bagna caoda nel mio contenitore cominciava a languire ha voluto scendere, è andata dal papà, si è fatta prendere in braccio da lui e ha ricominciato a mangiare come se nulla fosse. E poi dicono che i bambini sono anime pure... se non è un calcolo questo! Comunque alla fine il menu piemontese non ha influito malamente sulla salute della piccola, che oggi ha manifestato un forte raffreddore ma che sembra avere il pancino a posto. Vorrà dire che alla prossima influenza intestinale debelleremo i virus a colpi di aglio e acciughe.

sabato 10 novembre 2012

Progressi quotidiani

Questa mattina mia figlia mi ha pettinata. In senso fisico, intendo.

venerdì 9 novembre 2012

Il ratto delle merendine

Che la pulcina fosse golosa lo sapevo già. Quello che non mi aspettavo, però, è che mi rubasse la brioche a colazione. Questa la scena: lei, con il pancino già pieno di buon latte, mi vede prendere la brioche ai cereali con la marmellata che mangio quando sono di gran fretta, la punta, con il ditino ne chiede un pezzo che le viene prontamente dato, io metto mezza brioche sul tavolo lasciandola incustodita e lei si allunga per prenderla. Poi c'è una breve colluttazione che comunque non mi permette di tornare in possesso del cornetto rubato, la pulcina ne spilucca un po' e infine decide generosamente di imboccarmi con quel che rimane (tutto "sbergnaccato", come si dice dalle nostre parti). Soluzione: non abbandonare né perdere più di vista cibi golosi in presenza della pulcina.

mercoledì 31 ottobre 2012

Giorgia hand made

La Giorgina ha solo incollato la stoffa sul corpo del ragnetto...

martedì 30 ottobre 2012

Castagnata

Oggi al Didò hanno fatto le castagne bollite e le hanno fatte assaggiare ai pulcini... Ovviamente la Giorgina le ha mangiate con gusto, tutta contenta nonostante il mal di pancia che la perseguita da mercoledì scorso. Per fortuna che la nostra pediatra è una santa e a quanto pare ha un buon contratto telefonico, dal momento che risponde sempre al telefono e richiama persino. In ogni caso: mamme con bimbi infestati da virus cacconeschi, la Santa suddetta suggerisce, dopo 2/3 giorni di dieta in bianco all'inizio delle cacche, di tornare al solito menù, dare fermenti a go-go e rassegnarsi perché a volte l'infestazione dura anche 15 giorni. Con buona pace del nostro cuore che vorrebbe i cuccioli subito guariti da ogni infezione.

martedì 23 ottobre 2012

Trend setter

Chi l'avrebbe detto che la Pulce, a soli 15 mesi, avrebbe lanciato una moda? Eppure oggi la maestra mi ha detto che da qualche giorno i bambini del nido si mettono in coda dietro la nostra pulcina che, da brava golosona o forse in linea con la lingua che cerco caparbiamente di insegnarle, alle 5 "chiede" una seconda merenda. All'inizio era l'unica, ma da qualche giorno appunto gli altri bimbi si mettono in coda dietro di lei per ricevere anche loro un biscotto o una fetta di pane aggiuntivi, seguendo l'esempio. Se tanto mi dà tanto la Pulce diventerà la futura direttrice di Vogue o, in alternativa, aprirà una mensa per buone forchette. Staremo a vedere. Per ora ci godiamo lo spettacolo quotidiano che è diventata.

sabato 20 ottobre 2012

Ogni giorno una conquista e la protagonista sarà sempre lei... Io vivo per lei

Niente di più appropriato che questo stralcio del testo della canzone di Giorgia per la mia, di Giorgia. Ogni giorno una novità, ultimamente. E parecchie soddisfazioni per noi. L'altra settimana, al mio "Close the door, please", la pulce si è messa in piedi, ha barcollato a una certa velocità verso la scorrevole della cucina e l'ha chiusa. Non me l'aspettavo, ma la pulce ha moltissime risorse e io me ne scordo sempre. Giovedì con la Nonna ha trovato un pezzo di plastica in salotto e la Nonna le ha detto: "Quello è da buttare", così lei l'ha presa per mano e condotta in cucina, si è fatta aprire il cassettone con le differenziate e ha buttato la plastica. Oggi lo stesso con i suoi pannolini sporchi (ne aveva uno rimasto lì dal pranzo quando l'abbiamo cambiata di corsa per uscire): li ha visti, li ha presi e si stava recando in cucina per buttarli, senonché le ho proposto una tappa dal Papi per fargli vedere quanto è brava, così ha deviato in studio, gli ha fatto vedere orgogliosa i pannolini da buttare ed è scattata in cucina a gettarli. Un mito. Oggi ha anche scoperto i tuffi in piscina da in piedi: era nella baby vasca col Papi, entrava e usciva di continuo aggrappandosi al bordo, quando è scivolata dalla posizione eretta all'acqua. Ha riso come una disperata e ha subito tentato di rifare il nuovo gioco, così si è sfinita di tuffi, facendosi anche del bene alle vie respiratorie sempre intasate perché, come mi ha spiegato la pediatra, giocando con l'acqua si fa gli odiati lavaggi del nasino senza accorgersene e l'aria caldo-umida della piscina scioglie un po' il catarro. In effetti oggi ha respirato meglio e la tosse sembra diminuita. Alè! Ieri invece mi ha lavato i denti. Di solito li laviamo assieme per risparmiare quei due minuti che alle 6.30 del mattino sono sempre preziosi. Ieri però ero a casa, quindi mi sono concessa un po' di tranquillità e, visto che è sempre curiosa del mio spazzolino e cerca di fregarmelo ogni volta, l'ho lasciata fare, così ha scambiato i nostri spazzolini lavandosi i denti con il mio e lavandomi i denti con il suo. Sempre con il sorriso. Infine, con la calma del sabato mattina, oggi l'abbiamo messa sul vasino subito dopo colazione e lei ci ha dato la soddisfazione di riempirlo. E brava Giogi!

venerdì 19 ottobre 2012

C'è un fantasma in città

Prima ho sorriso quando ho sentito la notizia che il fantasma della Petacci (storica amante di Mussolini, fucilata insieme al duce) è stato avvistato diverse volte con abiti anni '30 in giro per la repubblica di Salò. Il sorriso si è trasformato in risata quando il giornalista coprotagonista del "Bianco e il nero" (la rubrica di opinioni a confronto del programma Cristina Parodi Live) ha commentato che lui non era tanto preoccupato del fantasma in abiti anni '30 quanto terrorizzato dall'idea che tra qualche decennio sia possibile l'avvistamento del fantasma della Minetti. Magari in costume da bagno.

venerdì 12 ottobre 2012

Linguaggio emotivo vs linguaggio "tecnico"

Ieri ho scoperto che la pulcina al nido dice "Pappa" quando vuole altro cibo, mentre a casa lo sforzo non lo fa, dal momento che la mamma è sempre pronta a captare segnali di qualsivoglia genere e a soddisfare le esigenze ancora prima che vengano espresse. Poi mi è venuto in mente che in effetti in uno dei tanti libri di psicologia per bambini che ho letto dalla pancia in avanti c'era scritto che le competenze legate al linguaggio vengono sviluppate maggiormente intorno ai due anni, quando i bambini passano maggiore tempo con il papi, che comunica con un linguaggio meno empatico ma più esplicito; e così imparano i nomi di tutti gli utensili da lui usati, delle attività che fanno insieme e via dicendo, un linguaggio "tecnico", potremmo definirlo.
Ho quindi pensato che il nido in un certo senso svolge il ruolo del papà: i bambini hanno più bisogno di comunicare in maniera chiara ed esplicita quello di cui necessitano, e così si ingegnano. E la pulce, che con il passar dei mesi si rivela scaltra come suo padre più che come sua madre, ha capito subito il funzionamento: perché fare lo sforzo se a casa ottengo lo stesso risultato puntando solo un dito verso il cibo? La conclusione di tutto questo bel ragionamento è che stavo meditando se far finta di non capire, la prossima volta che punta il dito, e vedere l'effetto che fa.

martedì 9 ottobre 2012

E' arrivato l'autunno!

Ecco che l'autunno fa capolino. Oggi le temperature sono più basse, il cielo sopra Ciriè è plumbleo e umido, i capelli mi si increspano e la pulcina (14 mesi e 19 giorni) spreme l'uva al nido. Nel programma di "leisure time" del Didò (http://www.nidodido.it/) infatti si contempla la spremitura autunnale e così mi sto preparando psicologicamente al candeggio degli abiti che le ho fatto indossare oggi. "Chissà se l'uva macchia senza speranza", mi chiedevo rigirandomi nel letto prima di prendere sonno. (Ieri la maestra ha avuto la sventurata idea di anticiparmi le attività della giornata odierna.) Sono veramente contenta, nonostante il salasso finanziario, di mandarla al nido: io ho ritrovato un po' di me stessa tornando in ufficio e relazionandomi di nuovo con persone (di solito) adulte e parlanti e vestendomi di nuovo con abiti di una qualche forma vagamente umana, la pulce si diverte ed è seguita amorevolmente dalle maestre e soprattutto scopre cose nuove che a casa sarebbe impensabile farle fare. Certo, comincia già a fare la vita del pendolare: nonostante la giovane età la porto a scuola alle 7.45, dove rimane fino alle 17.15. Mi chiedo se era meglio quando i bimbi stavano con i nonni, quando si viveva tutti in casa insieme e ci si prendeva cura gli uni degli altri, alla faccia dell'intimità di coppia tanto auspicata da frotte di psicologi. In fondo i pargoli crescevano anche senza spremere l'uva o annusare le spezie. Però l'idea di vivere nella stessa casa con i miei suoceri mi fa venire i brividi, nonostante siano persone veramente speciali. Oggi siamo un po' (troppo) individualisti, che è forse anche il motivo dell'insofferenza provata durante le vacanze di quest'anno (vedi post dedicato). E quindi, alla luce di questo individualismo che ci costringe a casa sempre più piccole e sempre più vuote, w il Didò!

lunedì 8 ottobre 2012

La pulcina golosa

Oggi la pulcina ha scoperto il mais. Lo abbiamo aperto per metterlo nell'insalata e, come tutte le cose che vede nei nostri piatti, ha voluto assaggiarlo. Dopo averne mangiato due o tre chicchi di prova continuava a indicare la scatoletta con il piccolo indice che è ormai la sua "voce" e con il quale si fa capire benissimo. Lo usa, impropriamente a dire la verità dal momento che continua imperterrita a fare di testa sua, anche per fare no quando la sgridiamo. Noi le diciamo un secco "No!" e facciamo no con il dito, lei fa no con il suo dito ma continua la sua attività come se niente fosse. Ora per esempio mi sta incasinando cd e dvd, prima rigorosamente divisi per categorie. Le ho detto no, ha fatto il no di rito con il ditino e ha continuato a scaraventare giù di tutto. Vado a raccogliere i cd, sigh, sigh.

giovedì 4 ottobre 2012

First day

Today first day of job after 14 months and 3 days off... I felt a bit odd. It was like starting again from the beginning. But most of all, I could not remember many of the things I used to know... arriving and not knowing where my car park was has been a bit annoying!

mercoledì 3 ottobre 2012

Progressi pulcina

Da qualche giorno la pulce non ne vuole più sapere di farsi imboccare e così si destreggia tra ditini e cucchiaino a terminare quel che ha nel piatto. Se la cava egregiamente, direi. E' molto buffa perché copia quel che facciamo noi e così pulisce il suo tavolino con lo straccio come faccio io, quando le do il prosciutto vuole il pane e si fa dei mini sandwich come ha visto fare a nonno Piero, quando passiamo la scopa per terra corre ad afferrare il manico per "aiutare", beve l'acqua solo più nei bicchierini da liquore, mentre il biberon vola a terra in men che non si dica... che dire, a breve prenderà la patente e neanche ce ne accorgeremo!

venerdì 28 settembre 2012

Country dance

Stasera sono andata a fare la lezione di prova delle danze country... che divertimento! Abbiamo già imparato due coreografie e ballato in gruppo. La prossima volta, per entrare meglio nel personaggio, jeans e camicia a quadri. Ho anche il cappello adatto, comprato durante il viaggio nei parchi USA, ma per quello aspetto un po'. Prima di fare la gradassa è meglio se imparo i passi!

100% pulce

lunedì 24 settembre 2012

Aaahh, le sospirate vacanze!

E dire che quest'anno sono state pure lunghe, visto che sono ancora in maternità (per pochissimo, ahimè). Però difficili. Intanto la pulce si è presa, dopo un anno di piena salute, un'otite e poi una pessima congiuntivite. Cinque, e dico cinque, volte all'ospedale in un mese di Sardegna. Sassari ormai la conosciamo come le nostre tasche. I sensi unici, le farmacie, i parcheggi e i supermercati locali non hanno più segreti, per noi. Per fortuna che la Sardegna è una regione a basso tasso di traffico. Almeno quello. Altrimenti 86 km alla volta c'era da spararsi. Poi sconsiglio a chiunque l'esperimento di quasi quattro settimane nella stessa abitazione (ancorché spaziosa e con giardino) con altre due famiglie con bimbi di circa un anno. Anche se i bimbi sono solo tre in talune circostanze sembrano trenta: intanto a turno uno è sempre ammalato e/o piange e/o deve mangiare e/o ha fatto cacca, quando poi sono in stato di grazia e urlano tutti e tre insieme per gioco, ai genitori la salute mentale fa ciao, un po' come le caprette di Heidi. E dire che al ritorno, quando ho raccontato l'esperienza ad amici e parenti, tutti (ci tengo a sottolinearlo) hanno detto: "Ma io l'ho pensato che facevate un errore" oppure: "Poca brigata, vita beata" o anche: "Ma voi siete pazzi ad andare in vacanza con altre due coppie con figli, e una manco la conoscevate. Io volevo dirvelo, ma poi sono fatti vostri". Aaahh, l'hai pensato? E provare a buttare lì un sospetto, no? Ma come, dai consigli non richiesti in continuazione e la volta che sarebbe utile decidi che non è il caso? Ma si sa, sono tutti più furbi, quando ormai l'esperienza l'hai fatta. Invece io lo dico, anzi, lo scrivo prima: non andate in vacanza nella stessa casa con altre coppie, specialmente se con figli piccoli, a maggior ragione se sono amici che conoscete poco o niente. Le sorprese sono all'ordine del giorno e il riposo va a farsi benedire. Se proprio volete tentare, scegliete una coppia che conoscete abbastanza, ma con cui non vi importi di rovinare l'amicizia se le cose vanno male. Non due coppie, non figli piccoli e assolutamente non più di una settimana. Forse così sopravviverete alle vacanze comuni. Noi al ritorno ci siamo dovuti prendere 5 giorni di silenzio e tranquillità in una località marina per riprenderci dalle vacanze. E ora ci aspetta un anno di duro lavoro prima di poter godere del meritato riposo. Che sarà rigorosamente di una settimana a inizio stagione in un villaggio vacanze, serviti e riveriti. Ma soprattutto soli.

venerdì 21 settembre 2012

Corredino alla vecchia maniera

Comunque il ritardo nell'inizio della scuola (insieme all'aiuto delle solite amiche generose) mi ha permesso di finire il corredino
che le stavo preparando e che mi ha tolto ore di sono persino in vacanza!

Crèche

Questa settimana la pulce ha incominciato il nido. La partenza è stata in salita: doveva cominciare lunedì 10 ma ci siamo già ammalate ancora prima di entrare in contatto con i multiformi germi degli altri bambini! Non so come nè dove, si è buscata la sesta malattia, e così i cancelli del mitico Didò si sono aperti per noi con una settimana di ritardo. In compenso, l'uccellino ha spiccato il volo senza lamentela alcuna, nè pianti isterici, nè tristezze di varia natura. Il primo mattino siamo state mezz'ora insieme nella struttura a parlare con una delle maestre che la seguirà e lei, dopo un primo momento di attaccamento alla gonna materna, ha preso il largo facendosi strada tra i giochi e portandomi via via un limone di plastica, una sardina finta che voleva assolutamente farmi mangiare e qualche pallina. Martedì è stata mezz'ora da sola mentre io aspettavo trepidante fuori dalla porta, incapace di leggere e rilassarmi. Mercoledì si è fermata un'ora da sola ed è uscita con un telefono giocattolo che mi ha subito fatto provare, mentre oggi è stata ben due ore, il tutto senza mai lagnarsi. Certo, quando la accompagnano fuori dalla porta e mi vede è contenta, ma al mattino quando la porto entra serenamente nel salone con gli altri bambini, senza voltarsi indietro. Ogni giorno per me è un piccolo strappo al cuore, ma la strada verso l'indipendenza è lastricata di piccoli sanguinamenti ai cuori delle mamme.

... and then the idea!

Why not writing something also in English so that everyone speaking English can understand a bit of this blog and follow my efforts with my daughter with whom I'm trying to speak The Language? What's more, if anyone has the time to correct possible (very possible) mistakes is absolutely welcome!

venerdì 20 luglio 2012

Un anno di felicità

L'anno scorso a quest'ora ero in pieno travaglio, forse già nella vasca in cui poi ho partorito. La pulce è venuta a conoscerci il 20 luglio 2011 alle 2.40 del mattino, quindi tra un paio d'ore compie un anno. Un anno! Ora gattona, apre i rubinetti (il preferito è quello del bidet), mangia da sola (o almeno ci prova con grande impegno), si arrampica sui mobili, indica con il ditino quando vuole qualcosa e se lo ottiene dice :"Eccu!" neanche fosse sarda e insomma è una personcina separata da me, anche se ancora legata. Quanto a me... mi sono rimasti i segni del suo passaggio su cosce, sedere e pancia, ma soprattutto nel cuore. Quello non è più lo stesso. Ora è gonfio di amore che di più non si può, ma contemporaneamente ha una grossa fetta di preoccupazione sempre accesa e, nei giorni come oggi in cui la pulce più che un tenero fagotto rosa è una iena coi calli, ha anche uno spazio di nostalgia per i bei vecchi giorni in cui potevo fare pipì senza il rischio che la gnometta (che mi segue ovunque) mi allagasse la casa con il bidet, in cui potevo dormire quando ero stanca, cucinare se ne avevo voglia (se no evviva la pizza!), infilarmi ancora i jeans taglia 42 senza che sbordassero i rotolini... Ma poi vado a vedere nel lettino e vedo un frugoletto di quasi dieci chili nel suo pigiamino con le farfalle che dorme a pancia in giù con le ginocchia piegate e il cuore torna a riempirsi d'amore e dimentica le giornatacce passate. E non mi posso spiegare come una tale meraviglia sia potuta accadere proprio a me, a noi, non posso credere a quanto siamo stati fortunati con la gravidanza e il parto prima, con la pulcina sana poi. Un giorno riavrò le mie pipì tranquille, i sonni al momento del bisogno, le pizze, forse mai più la 42 ma va bene così, ma speriamo che quel giorno arrivi molto, molto tardi!

domenica 8 luglio 2012

Un Battesimo perfetto (?)

... e così anche il Battesimo della pulce è passato. Festeggiato in onore del santo patrono di Torino il 24 giugno. Da buona maniaca dell'organizzazione (talvolta peraltro malriuscita) ho pianificato l'evento per mesi, coinvolgendo nei miei progetti di auto-realizzazione di alcuni elementi fondamentali alla cerimonia (quali ad esempio il vestito della principessa) nell'ordine: la Suocera, la buona Stefi detta Marta e, udite udite! il Marito. Con la Suocera ho realizzato il vestito della piccola, o, per meglio dire, l'ho modificato avendone acquistato uno di ottima fattura ma molto semplice e quindi poco adatto all'occasione, naturalmente rosa. Così abbiamo fatto una bellissima "petticoat" (grazie Mel!) con il tulle avanzato dal mio abito da sposa, mentre per l'abito stesso io ho cucito sul bordo alcune roselline rosa nonché fatto un fiocco di raso rosa sul davanti e realizzato molletta per capelli abbinata.
Detto così può sembrare una vera porcheria, ma invece, dopo mille crisi di nervi perché il risultato tardava a venire, sono rimasta davvero soddisfatta e la pulce sembrava proprio una principessina in miniatura. E' entrata nella parte quando, con la sola sottoveste addosso e probabilmente domandandosi cosa fosse quella nuvola bianca, teneva elegantemente il tulle alzato con movimenti fluidi. E non ha ancora un anno. Con la Marta invece ho realizzato le bomboniere di padrino e madrina: ho acquistato due cornici grezze e, in una domenica piovosa di maggio, le ho decorate secondo il gusto dei suddetti... calcio per il Padrino e verde e margherite per la Madrina. Poi ho messo una bella foto della pulcina al mare e ho impacchettato il tutto. Naturalmente, la Marta è stata fondamentale perché ha fatto pallone, scudetto e numero del capitano dal nulla con il Das e li ha colorati a puntino. Il Marito ha dato il contributo minore: ha speso 1 ora del suo prezioso tempo a montare scatoline per confetti con la sottoscritta. Dimenticavo che anche la Cognata ha dato il suo bel contributo: altra domenica uggiosa (ma quante ne abbiamo avute qs primavera?!) e altro fai-da-te per i bigliettini da stampare con nome e giorno dell'evento grazie ad un buon programma di grafica e da inserire nelle scatoline. C'è da dire che da sola ho creato gli inviti, però, con tanto di timbrino ad embossing. Unica nota stonata: cambio di prete per motivi a noi sconosciuti, prete in campo un po' frettoloso e cerimonia per così dire poco vissuta. Ora sono pronta per la festa di compleanno, che faremo domenica 22 luglio. Ovviamente, sono già al lavoro.

sabato 19 maggio 2012

Una Birba nel bosco

C’era una volta, ma c’è ancora oggi anche se ha qualche anno in più, una cagnetta vivace, ma così vivace, che quando non combinava un guaio lo stava sicuramente progettando. Questa cagnetta si chiamava Birba ed era arrivata nella famiglia di Ugo quasi per caso. Ugo e i suoi bimbi cercavano un cane da un po’ di tempo, ma non volevano un cane qualsiasi, no, volevano un cane con un carattere, un cane che fosse simpatico, a cui volere bene, da portare con sé andando a raccogliere le castagne o a pescare. Così, Ugo, Giulia e Vittorio erano andati moltissime volte al canile per cercare il cucciolo dei loro desideri, ma ogni volta tornavano a casa da mamma Beatrice delusi e a mani vuote. Finché un giorno Paola, un’amica della mamma, aveva telefonato dicendo che alcuni suoi conoscenti avevano una cagnetta proprio simpatica, forse un po’ birichina ma molto affettuosa. Purtroppo, questi suoi amici lavoravano entrambi fuori casa e la cagnetta da sola soffriva perché voleva compagnia. E quindi diventava dispettosa: portava i panni sotto il letto, rosicchiava il divano della nonna, faceva pipì sul tappeto persiano e via dicendo. - Che ne dici, Bea, ve la sentite di prendere una cagnetta così vivace?, aveva chiesto Paola. Beatrice non aveva saputo dire di no al pensiero di un cucciolo tutto il giorno a casa da solo a combinare guai, tanto più che lei lavorava in casa e poteva fargli compagnia. E così Birba era arrivata, per la gioia di Giulia e Vittorio, che non smettevano di abbracciarla, tirarle le orecchie e la coda, accarezzarla, far suonare le palline di gomma coloratissima che costituivano il suo corredo e chiamarla per giocare. Sembravano proprio matti di felicità. E in effetti lo erano. Birba aveva dimostrato il suo carattere giocoso appena era entrata in casa: non era ancora tra le braccia di Beatrice che già le aveva morsicato gli occhiali ed era scappata via con una lente in bocca! Qualche giorno dopo aveva rubato il cappello di paglia di Beatrice e lo aveva portato nella cuccia per morderlo un po’. Ma Beatrice aveva capito che Birba in fondo era buona, anche se un po’ vivace, così la coccolava il più possibile e la portava spesso a fare delle passeggiate nei prati perché potesse correre tranquilla e sfogare tutte le energie. Un giorno, Ugo, Giulia e Vittorio avevano deciso di andare a raccogliere le castagne e avevano portato Birba insieme a loro. Erano saliti tutti quanti sulla vecchia punto verde ed erano andati in montagna. Scesi dalla macchina, si erano incamminati per i boschi, in cerca di mele selvatiche e castagne. Birba non poteva credere alle sue narici: - Ma cosa sono tutti questi profumi?, pensava. Aveva sempre vissuto in città e non conosceva l’odore umido delle foglie cadute, il profumo delle more selvatiche né quegli strani esserini che strisciavano sotto le foglie. Birba era curiosissima e continuava a saltellare come una pazza dietro questa o quella foglia che si muoveva, correva più veloce che poteva da una parte e dall’altra e poi andava a mettere il naso in tutti i buchi che trovava. A un certo punto Birba si era guardata attorno: - Ma dove sono andati i miei padroni?, aveva pensato. Non sento più nemmeno le loro voci! Birba era subito tornata indietro, ma ormai era troppo tardi: si era persa! - Adesso come faccio?, aveva guaito disperata. Si era messa seduta a piangere, poi aveva deciso che la sua famiglia era molto importante per lei e che l’avrebbe ritrovata. Si era quindi alzata, in cerca di qualcuno che potesse darle una mano. Annusa e annusa aveva sentito un odore strano, più forte degli altri. Aveva messo il naso nell’ennesimo buco quando… ahia! Lo aveva tirato immediatamente fuori, con una spina proprio sulla punta. Subito dopo era spuntato il musetto di uno strano animale, tutto pieno di spine: - Ehi! Cosa ci facevi nella mia tana?, aveva detto una minuscola bocca. - Scusa!, aveva risposto Birba, Io non sapevo che fosse la tua casa. Mi sono persa nel bosco ed ero in cerca di qualcuno che potesse aiutarmi. Finalmente l’ho trovato. A proposito, io sono Birba, e tu? - Piacere, io sono Ciccio il riccio e vivo in questa foresta. Tu da dove vieni? - Dalla città. Sono venuta in macchina con i miei padroni ma ora li ho persi. Sai come si esce da questa foresta? - Certo! Se vuoi uscire devi tornare indietro lungo i cespugli di rovi, finché trovi il sentiero. Lì vicino c’è la casa di Ubaldo il leprotto. Se bussi educatamente lui ti aprirà e ti indicherà da che parte devi andare. Se vuoi trovare la porta di Ubaldo, guarda sotto la quercia più alta. Buon viaggio! - Grazie per l’aiuto, Ciccio, ma prima di andarmene devo sapere cos’è una quercia!, aveva detto Birba giusto prima che il riccio tornasse nella sua tana. - È un albero grossissimo, che fa le ghiande, non ti puoi sbagliare. - Va bene, grazie ancora, aveva urlato Birba cominciando a correre. In capo a pochi minuti Birba era arrivata di fronte a un fusto molto alto, proprio vicino al sentiero. Ci aveva girato attorno un po’ di volte senza vedere nessuna porta, quando a un tratto un orecchio irritato le era spuntato davanti: - E tu cosa fai, che è un po’ che giri attorno alla mia tana?, aveva detto Ubaldo stizzito. Birba, colta di sprovvista, aveva fatto un salto indietro. Poi si era ripresa: - Cercavo la tua porta. Mi sono persa e sto cercando di uscire dal bosco. Ciccio mi ha detto di arrivare alla quercia e poi di chiedere a Ubaldo. Sei tu? - Sì, sono io. Devi proseguire lungo il sentiero da quella parte, verso gli abeti. Quando ci arrivi chiama forte gufo Lucio. Non sarà molto contento di essere svegliato, ma ti dirà come proseguire, aveva risposto Ubaldo andandosene. Era stato così veloce che Birba non era nemmeno riuscita a ringraziarlo. Pazienza!, aveva pensato, e si era incamminata veloce. Nel frattempo, Ugo, Giulia e Vittorio si erano accorti che Birba era sparita, e la cercavano disperatamente. - Birba, dove sei andata?, singhiozzava Giulia. - Torna, ti prego! Senza di te non ci divertiamo, frignava Vittorio. Ugo correva tutto intorno, urlando con quanto fiato aveva in gola: - Birba, siamo qui! Birbaaaaaaaa! Ci senti? Ma niente, Birba non arrivava. Birba era giunta agli abeti, e chiamava gufo Lucio a gran voce. Dopo alcuni minuti, ecco un battito d’ali e una voce seccata: - Chi è che disturba il mio sonno?, aveva chiesto arrabbiato e ancora addormentato Lucio. - Sono Birba. Mi sono persa nella foresta. Per uscire da che parte devo andare? - Di là. Lucio aveva alzato un’ala e aveva indicato la direzione, rimettendosi a dormire. Birba aveva ricominciato a correre, chiedendosi come avrebbe proseguito dopo, quando aveva sbattuto in Germano il tasso. - Ahi! Ma sei matta a correre così per il sentiero?, si era lamentato Germano. - Scusa, ma mi sono persa e ho molta fretta di ritrovare i miei padroni. Manca ancora tanto per uscire dalla foresta? - No, sei quasi arrivata. Anche io vado da quella parte, se vuoi facciamo la strada insieme, aveva proposto Germano. - Va bene, grazie. Birba e Germano avevano corso assieme una decina di minuti quando erano sbucati in una radura. - Ehi, ma questo posto lo conosco!, aveva esclamato Birba. Subito dopo aveva sentito la voce di Ugo che la chiamava. - Ma questa è la voce del mio padrone! Evviva, li ho ritrovati!, aveva esultato. Ciao Germano, io vado dalla mia famiglia, grazie di tutto. Birba era sfrecciata nella direzione delle voci. - Bau, bau, eccomi padroncini! Birba non stava più nella pelle. Era corsa incontro a Giulia e le era saltata in braccio. Poi aveva leccato la faccia di Vittorio, che si era subito avvicinato. - Papà. Papà, guarda! Birba è tornata!, avevano gridato felici i bambini. Ugo voleva sgridare quella furfantella di una cagnetta, ma poi aveva capito che anche Birba si era un po’ spaventata in quell’avventura nel bosco, così aveva preso la borsa di castagne raccolte e si era incamminato con Giulia e Vittorio verso la macchina. A casa, Beatrice aveva preparato caldarroste per tutti e un bel piatto di pappa per Birba, mentre i bimbi le raccontavano la paura di aver perso il cucciolo tanto amato. Peccato che Birba non potesse parlare, quante cose avrebbe potuto raccontare quella sera!

sabato 12 maggio 2012

Progetto PA

Il progetto PA (che qui è Perfida Albione, non certo Pubblica Amministrazione) ha di recente ripreso un certo vigore, anche grazie a due fatti non del tutto legati alla mia volontà. Qualche mese addietro avevo infatti incontrato casualmente una signora (o dovrei dire ragazza visto che siamo praticamente coetanee?) inglese che passava sotto casa mia e con una certa faccia tosta l'avevo fermata per chiederle informazioni per eventuali chiacchiere in lingua con me e la pulcina. Dopo svariate discussioni con il marito che mi dava (per la verità continua a farlo) della maniaca dell'istruzione ad oltranza ad una bambina poco più che neonata, a marzo ho finalmente preso le redini in mano e chiamato la suddetta madrelingua per prendere accordi: da allora io e la pulcina facciamo felicemente due ore di conversazione la settimana con Mel, che si è rivelata oltretutto di una squisitezza e generosità inaspettate, consigliandoci e regalandoci persino alcuni libri non più usati dalla sua bambina. Questo fatto, che già da solo ha dato slancio al progetto, è stato affiancato da un altro avvenimento casuale: al mare ho incontrato una conoscente con un bambino di tre anni e un altro di un paio di mesi più giovane della mia, con i quali parla tranquillamente inglese, pur essendo italiana sposata con un italiano. Ci siamo confrontate sulle nostre rispettive esperienze e aver visto lei tranquilla nelle sue convinzioni nonostante l'inglese non sia nemmeno per lei la lingua madre mi ha rinfrancata. Perseverare sempre, mollare mai. Però con un motivatore affianco, magari.

venerdì 11 maggio 2012

Election day

Essendo ancora a casa in maternità e volendo restare in questa condizione il più a lungo possibile, cerco di raccimolare qua e là qualche soldino per le nostre necessità quotidiane, con tagli sul non necessario (cosa che dovrebbe imparare a fare anche il governo) e con attività come il segretario ai seggi elettorali, attività assai poco pagata, sigh sigh. Era la mia prima volta come segretario ma la fortuna ci ha concesso delle elezioni con due sole liste, nessuna discussione al momento dello spoglio e una vicina di seggio molto preparata, che mi ha dato parecchie dritte al momento giusto. E' stata una bella esperienza, anche considerato che ho passato i primi (quasi) tre giorni da nove mesi e mezzo senza la pulcina al seguito. Eravamo un po' preoccupati al pensiero di lasciarla in altrui mani, ma la cucciola ha retto benissimo la nostra assenza, facendosi coccolare da bis-zii e nonni di turno e beccandosi un surplus di baci e giochi al nostro rientro. Credo che questa esperienza abbia fatto bene a tutti: alla piccola che impara a stare anche con altre persone oltre ai genitori, ai nonni che non vedevano l'ora di stare con lei, a me che per qualche ora mi sono occupata di altro che non pappe e pannolini e, ultimo ma non ultimo, ai nostri portafogli. Alle prossime elezioni, dunque!

lunedì 20 febbraio 2012

Mesiversari

Oggi mia figlia compie 7 mesi. A parte il fatto che sono volati, che sembra ieri che ero in ospedale con un frugoletto di 3.400 grammi in braccio di cui non sapevo cosa fare, che avevo paura a infilarle i body e a tenerla in braccio, che mi sentivo spaventata e anche un po' irresponsabile, che le ricamavo bavaglioli e lenzuolini... ieri che ha fatto il primo sorriso, che le è spuntato il primo dentino, che ha assaggiato la prima pappa, che è stata seduta da sola la prima volta... bè quello è stato ieri veramente. I sette mesi più felici della mia vita, probabilmente. Ora provo una serenità d'animo e una pace che non ricordo di aver mai avuto, sempre presa da mille progetti e corsi come ero. Sarà anche che sono a casa dal lavoro e che l'unico problema che ho nella giornata è che la cucciola si possa stufare se non usciamo o giochiamo. Sono un po' spaventata dalla ripresa del lavoro: il carico emotivo che mi porterò dietro mi farà essere nervosa con lei? Mi auguro di riuscire a lasciar sullo zerbino insieme alle scarpe inzaccherate le incazzature della giornata lavorativa e di poter dedicare a una qualità assoluta le poche ore serali che mi rimarranno libere per lei. Però non vedo l'ora che sia abbastanza grande da poterle leggere Harry Potter e vedere i film insieme, chissà se le piaceranno.
Sabato l'abbiamo portata in piscina per la prima volta: subito era un po' titubante e si aggrappava con le braccine al mio costume o ai peli del papà, poi, dopo averla fatta giocare e aver fatto i salami come sono due neogenitori sanno fare, si è un po' rilassata, anche se manteneva l'allerta gialla, per dirla secondo il "codice" imparato al corso di autodifesa. Il lato più positivo della giornata in piscina è che si è stancata tantissimo -muoveva in continuazione le gambette, di tanto in tanto schizzandosi il visino- quindi abbiamo goduto di un pomeriggio di tranquillità, una volta tornati a casa.

mercoledì 1 febbraio 2012

L'anno della fine del mondo

E così siamo nel 2012. Io sono ancora a casa in maternità, con scarsissima voglia di rientrare al lavoro. I miei esperimenti di insegnare inglese alla piccola proseguono con sempre meno convinzione, dovrei trovare un motivatore. Eppure ritengo che sia importante, è solo che non mi sento all'altezza né preparata a sufficienza per questo compito. Bisognerebbe prendere una tata inglese (che avrei anche trovato) ma mio marito non è dell'idea. Pensa che sia meglio mandarla al nido, che lì impara di più, che sta con gli altri bambini... Insomma, chissà se la pupa imparerà l'inglese prima delle elementari. Devo andare, si è svegliata.