domenica 12 novembre 2017

Oggi, all'improvviso, mi sono resa conto di cos'è la felicità: é un attimo fuggevole, un guizzo, uno sprazzo pizzicato tra momenti di stanchezza o di noia. La felicità bisogna saperla riconoscere e afferrare, perché é una sensazione talmente effimera che altrimenti non ci si rende nemmeno conto di averla provata. Se però uno riesce ad agguantarla e a trattenerla per qualche istante ne gode più a lungo, come se fermasse il fotogramma di un film. E allora capisce di averla avuta tra le mani, anche se solo per pochi attimi. Perché la felicità é fatta di mille piccoli momenti transitori, come un abbraccio inaspettato, il bacio di una persona cara, una caramella frizzante al limone chiusa in cassetto, un oggetto perduto e poi ritrovato, una doccia calda dopo aver preso la pioggia.
Oggi pomeriggio, ad esempio, ho raggiunto il Marito e il Nano che dormivano nel lettone. Al mio arrivo, il dormiente piccolo si é girato verso di me e mi ha abbracciata. Abbiamo appoggiato la testa sullo stesso cuscino e io mi sono addormentata accoccolata al suo corpicino tiepido e morbido, tenendo strette tra le braccia le gambine paffute. E in quel momento, proprio prima di cedere a Morfeo, ho toccato la felicità, ho cercato di trattenerla con me più a lungo possibile, di serbarne il ricordo, perché troppo spesso ci soffermiamo su cosa ci fa star male e non su cosa, invece, ci fa toccare il paradiso.

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