venerdì 1 ottobre 2021

Otto cose che ho imparato in una notte di pronto soccorso

Dopo una notte (allucinante) in pronto soccorso ho imparato che:

- gli anziani hanno sempre una caramellina nella borsa, che scartano con gran lentezza e soprattutto gran fracasso nei momenti di maggior silenzio durante la notte

- la fame è davvero una cosa brutta, e non importa se hai la colecisti infiammata: se appena ne avrai l'occasione, di ritorno da una ecografia, ti fermerai a mangiare cappuccio e brioche al bar dell'ospedale, con gran menefreghismo per il tuo stato di salute e per le sgridate delle infermiere

- le infermiere del pronto possono essere le tue migliori amiche o le tue peggiori nemiche: qualunque cosa succeda cerca di non farle incazzare mai

- se ti rechi al pronto soccorso sii pronto. Questo il kit minimo di sopravvivenza: bottiglia d'acqua, snack di emergenza, antidolorifici, tappi per le orecchie (vedi il primo punto), spazzolino e dentifricio, salviettine detergenti e soprattutto carica batterie. Sai quando entri ma non sai quando esci

- cerca di sdrammatizzare, se possibile. Se sei in piedi è già una gran cosa. Ci sono persone nelle sale accanto che in piedi non riescono a starci.

- aiuta, per quanto possibile, i tuoi vicini di letto. Potresti avere bisogno di loro, in seguito

- la salute è la cosa più preziosa che hai, fai il possibile per preservarla

- avere una casa, poter dormire in un letto morbido con un cuscino, al buio, senza rumori e lamenti è molto più di quanto sei abituato a pensare. Non darlo per scontato

Mi sono appena resa conto di essere partita dal faceto e aver, man mano, sondato terreni più impervi e forse anche bui.

Mi fermo qui per non scadere nel banale, se già non l'ho fatto.

Ma ecco cosa ho imparato dalla mia prima notte di pronto soccorso.

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