giovedì 13 ottobre 2022

Ieri sera mi sono decisa a fare la seconda prova di ginnastica artistica adulti.
Arrivando, in lieve ritardo come d'abitudine, ho notato che nella lezione del mercoledì ci sono anche un paio di rappresentanti dell'altro sesso. Ho provato un certo impulso alla fuga, poi ho ricordato a me stessa che potrei tranquillamente essere la madre di più della metà dei miei compagni di corso e ho quindi deciso di fregarmene di qualsiasi eventuale commento di chicchessia. Comincio il riscaldamento con addirittura la felpa di pile, sprezzante del calore che da lì a breve si sarebbe generato con gli esercizi.
Probabilmente faccio pena all'allenatrice, che mi chiede come sia andata la nausea dopo la prima lezione e se io soffra di cervicale (a questo proposito, se qualcuno degli amici che lavora nel settore medico leggesse e pensasse che dovrei lasciar perdere me lo faccia sapere prima che io mi fracassi tutta). Rispondo che, dopo sole due ore dal termine della lezione, la nausea mi era passata e che avevo però passato i due giorni successivi a provare dolori lancinanti a muscoli della cui esistenza non ero al corrente. A parte le radici dei capelli mi faceva male TUTTO. Ma poi per fortuna è passata.
Quando l'allenatrice mi ha vista prossima allo scoppio mentre le giovani atlete non avevano nemmeno iniziato a sudare, ha dato 5 minuti di pausa per bere. E meno male che questa volta mi sono portata l'acqua perché l'altra lezione ho provato la sete dei cammelli dopo mesi di marcia nel deserto.
Entro, più morta che viva, nello spogliatoio. Che scopro essere quello maschile. Il mio compagno di corso mi dice, con nonchalance e forse un pizzico di generosità, che avevano cambiato gli spogliatoi quando io non ero ancora arrivata. Raccolgo le mie cose e mi dirigo allo spogliatoio giusto, dove apprendo che una delle ex atlete del mio corso doveva partecipare alle nazionali di categoria quando si è rotta il braccio e ha dovuto interrompere la carriera. Per dire con chi mi alleno.
Comincia la parte di potenziamento, durante la quale non riesco nemmeno a deglutire dal fiatone che mi viene. A parte che tra la sordità incipiente e la nomenclatura a me totalmente sconosciuta di attrezzi ed esercizi vari passo buona parte del tempo a osservare i bravi e cercare di imitarli, facendo metà del loro lavoro e risultando lo stresso stremata il doppio. Ma comunque.
Si arriva alla parte salti e acrobazie varie, almeno per gli altri. Io mi accontento più modestamente di fare qualche capriola senza stirarmi oltremodo la cervicale e abbozzo qualche storpia semi ruota. E però. Mi diverto ugualmente ed è una scarica di energia positiva pazzesca e soprattutto alla fine non mi gira la testa e non ho la nausea. Questa volta inoltre una parte degli esercizi finali si è svolta sul trampolino elastico, sul quale bisognava, con una spinta di gambe, fare una capovolta in aria e atterrare su un materasso alto più o meno quanto me. Io invece dovevo solo saltare e possibilmente atterrare in piedi sul materassone. La prima volta ho preso male le misure (essendo in assoluto la mia prima volta su un trampolino elastico) e ho battuto con le ginocchia sul bordo del materasso, finendo lunga e distesa come una pelle d'orso ormai un po' consumata. Poi ho riso per un minuto buono, incapace di tirarmi su.
Le volte successive sono atterrata sulle ginocchia o sul sedere, ma dopo una decina di tentativi sono quasi riuscita a cadere sulle gambe, non ancora in piedi ma con evidenti miglioramenti.
Ho quindi deciso di iscrivermi al corso, anche se solo una lezione a settimana; l'obiettivo da raggiungere è imparare a fare la ruota, oltre a quello sottinteso di non rompermi niente.
Se qualcuna delle amiche avesse voglia di dimostrare un po' di solidarietà e volesse iscriversi a sua volta, io parto con il mese di novembre. E che Dio me la mandi buona.

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